TERRITORI
Festival di teatro in spazi urbani
14-18 luglio 2015
Di: Nicola Colombo e Monica Sciarini
Design sonoro: Fabrizio Rosso
Concetto luminoso e oscuro: Bashiba
Naso: Alessandro Gualtieri
Consulenza storica: Simona Martinoli
Supporto logistico: Libreria Casagrande
Produzione: Nephos Swiss Fog
Le vicende della Galleria Benedettini emergono da una nebbia misteriosa. Una chiesetta privata, edificata nel Cinquecento, viene trasformata e cambia nome diverse volte. È annessa alla residenza dei Gesuiti di Lucerna. Subentrano i Padri Benedettini di Einsiedeln, che vi fanno dipingere un «bizzarro» Giudizio Universale, forse ancora conservato sotto le croste. Qui si tiene la prima sessione del Gran Consiglio, come è ricordato da una lapide affissa «troppo in alto». Per un periodo il convento viene adibito ad arsenale, poi ospita il ginnasio cantonale. Nelle notti di luna piena il luogo è visitato dal «fantasma di un benedettino dal lungo abito nero con la stola agitata dal vento» e dalla «civetta che scende dalla murata di Castel Grande». Un giorno l’abside e la facciata della «gesoeura» sono sventrati da una visionaria «formiga rossa», il che permette il collegamento tra l’antica via Codeborgo e il nuovo Boulevard, il viale Stazione appena inaugurato. Tra gli archi del passage si affacciarono così i primi mercanti del tempio e qualche voyeur. VIA NUNC PATET HOSTIBUS ET AMICIS.
Offrendo un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, l’installazione intende evocare la spazialità perduta, risvegliare la memoria nebulosa del luogo, il fantasma di Santa Maria Addolorata dello Spasimo e del Pianto.